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Marketing mix e value proposition efficace: parti da qui!

“Il marketing è troppo importante per lasciarlo al reparto marketing.” (David Packard, co-fondatore di HP). Ecco, partiamo da qui. Perché se c’è un errore che ancora oggi troppe aziende commettono, è pensare al marketing come a un reparto, una pubblicità o peggio ancora… una brochure. In realtà il marketing è una scelta strategica e, come ogni scelta strategica, deve poggiare su fondamenta solide: capire il proprio pubblico, costruire un’offerta coerente, trovare la propria voce e mantenerla forte nel tempo. Queste fondamenta sono rappresentate dal marketing mix, ma con le 4C, cioè con una visione un po’ meno scolastica. 

Quali sono le 4C del marketing?

Sì, lo sappiamo. Le 4P del marketing mix te le hanno insegnate al primo corso che hai fatto. Product, Price, Place, Promotion. Tutto giusto… ma oggi bastano? No. Nel 1990 Robert F. Lauterborn, tra i pionieri del marketing integrato, ha proposto un approccio più moderno: le 4C, orientate al cliente, non al prodotto e, se ci pensi, è proprio qui la svolta.
  • Consumer: non conta quello che vuoi vendere, ma ciò che serve davvero a chi compra.
  • Cost: il prezzo è solo una parte. Il costo per l’utente è anche tempo, fatica, energia mentale.
  • Convenience: “Siamo aperti dalle 9 alle 13” non è comodo, un click a mezzanotte sì.
  • Communication: non urlare “comprami”. Crea una conversazione e costruisci fiducia.
Netflix ha vinto perché ha capito le 4C prima di tanti altri: zero sforzo per attivare/disdire (Convenience), comunicazione diretta e personalizzata (Communication), contenuti su misura (Consumer). Eppure vende “film”.

Che cos'è la value proposition?

Letteralmente: proposta di valore. Tradotto nel mondo reale: “Perché qualcuno dovrebbe scegliere te?” La value proposition è la promessa che fai al tuo cliente e, attenzione, non deve piacere a tutti, ma essere inequivocabilmente tua. Ecco qualche esempio.
  • Slack: “Sostituisci l’email.”
  • Notion: “One workspace. Every team.”
  • IKEA: “Design democratico.”
  • Spotify: “Musica per ogni momento.”
Tutte queste frasi hanno tre cose in comune: parlano al cliente, promettono un beneficio chiaro e usano un linguaggio umano. Un errore frequente? Confondere la value proposition con uno slogan pubblicitario. Il primo è strategico, il secondo è estetico. Serve tutto, ma non è la stessa cosa.

Qual’è la proposta di valore di Foodpanda?

La value proposition di Foodpanda è un manuale di sintesi ben riuscita: “Il tuo cibo preferito, ovunque tu sia.” Non ti dice quanti ristoranti ha, non ti parla del servizio clienti, non promette cose che deve ancora dimostrare. Ti dice solo perché dovresti aprire la loro app invece di un’altra e lo fa parlando con il linguaggio di chi ha fame, non con quello del marketing manager. C’è una lezione qui: la vera value proposition è una promessa utile, non una poesia corporate. Più è vicina al vissuto del cliente, più diventa credibile.

Che cos'è l'analisi SWOT?

Siamo onesti: una SWOT fatta male è solo una tabella triste. Fatta bene, invece, è uno specchio strategico. Ti costringe a vedere cosa sei davvero, senza fuffa.

Strengths (Punti di Forza) → i tuoi superpoteri.
Weaknesses (Debolezze) → i tuoi limiti.
Opportunities (Opportunità) → ciò che cambia fuori da te.
Threats (Minacce) → ciò che può metterti in difficoltà.

Quando Dove (sì, il bagnoschiuma) lanciò la campagna “Real Beauty”, sapeva di non essere il brand più glamour. Ma nella SWOT quel “difetto” diventò una forza. Risultato? Una delle campagne più potenti degli anni 2000, ancora utilizzata oggi dal brand (spoiler: è ancora studiata in università).

Il marketing mix è solo l’inizio. Ma anche l’inizio va fatto bene Hai mai scritto davvero la tua value proposition? Sai riconoscere i tuoi punti di forza… senza barare?
Scrivici se vuoi costruire una strategia che funzioni davvero: info@ilovemarketing.it