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Landing page efficace: la CTA non è un bottone qualsiasi

Hai mai cliccato su un annuncio… per poi chiudere tutto dopo 3 secondi? Succede quando una landing page delude le aspettative: troppe parole, nessun messaggio chiaro, zero impatto. La prima landing page della storia non aveva nemmeno un link. David Ogilvy, il padre del marketing moderno, scriveva lettere pubblicitarie lunghe tre pagine con un solo obiettivo: far dire “sì” al lettore. Quelle lettere vendevano milioni di prodotti. Non c’erano colori, bottoni, video, ma ogni parola era al posto giusto. Una landing page efficace, ancora oggi, non nasce da un template. Nasce da una strategia precisa che unisce testo, visual, struttura e… intenzione. In questo articolo rispondiamo a tre domande chiave: a cosa serve davvero una landing, quali sono i 5 elementi da non sbagliare e cosa non può mancare mai (spoiler: non è il form).

Qual è l'obiettivo principale di una landing page?

Dietro ogni landing page efficace c’è una sola missione: la conversione. Ogni elemento deve guidare l’utente a compiere un’azione specifica. Che sia acquistare, prenotare, iscriversi o chiedere informazioni, tutto parte da una regola d’oro: coerenza assoluta. Una landing che funziona è come un treno senza deviazioni: ogni vagone ha lo stesso binario. Ecco i tre allineamenti indispensabili.
  • Annuncio e pagina. Se prometti una cosa in ADV e poi ne mostri un’altra, perdi l’utente in 2 secondi.
  • Bisogno dell’utente e contenuto. Le parole devono rispondere a una domanda implicita: “perché dovrei fermarmi proprio qui?”
  • Promessa e realtà. Se esageri, l’utente se ne accorge. Se sei concreto, resta. Semplice.

Quali sono i 5 elementi di una landing page efficace?

Non basta una pagina “bella”: serve una struttura intelligente. Ecco i 5 ingredienti che fanno davvero la differenza.
  1. Headline chiara e impattante. È la prima cosa che l’utente legge. Deve spiegare in una frase cosa offri, per chi e perché dovrebbe interessare. Se non ti capiscono in 3 secondi, non leggeranno il resto.
  2. Sottotitolo che amplia la promessa. È il momento di approfondire. Anticipa un beneficio concreto, risolvi un dubbio, togliti subito un’obiezione. Se il titolo accende l’interesse, il sottotitolo fa restare.
  3. Visual coerente e funzionale. Non serve un capolavoro visivo. Serve una grafica che aiuti a capire, guidi lo sguardo e rafforzi il messaggio. Un’immagine fuori tono può rovinare anche il copy migliore.
  4. Call to Action evidente e motivata. "Scopri di più" è vuoto. Un’ottima CTA usa verbi forti, promette qualcosa di chiaro e si vede bene. La CTA è il momento in cui si passa dalla teoria all’azione.
  5. Elementi di fiducia (recensioni, loghi, garanzie, numeri). Per chi non ti conosce la fiducia è il primo ostacolo da superare. La prova sociale non è un optional: è il tuo miglior alleato.

Quale elemento non può mancare su una landing page?

Senza una CTA efficace, hai solo una vetrina. Una landing page non serve a esporre, ma a portare dentro. La CTA è il punto d’arrivo del viaggio dell’utente. È lì che si misura l’efficacia di tutto il resto. Secondo Unbounce, le landing con una singola CTA convertono in media il 13,5% in più rispetto a quelle con più opzioni. Un esempio? Shopify ha aumentato del 21% le conversioni semplicemente spostando le testimonianze accanto al bottone finale. Senza CTA, non c’è conversione; senza conversione, non è una landing: è una brochure.

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