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Answer Engine Optimization: come farsi trovare nell’era delle risposte AI

Una volta, cercavi su Google. Oggi, chiedi a ChatGPT o a Gemini, oppure a Perplexity. E se il tuo contenuto non viene letto da loro, è come se non esistesse. “Answer Engine Optimization” (AEO): se non hai ancora sentito questa espressione, preparati a vederla ovunque. Perché AEO è la nuova SEO. O meglio, ne è l’evoluzione naturale. Mentre i motori di ricerca tradizionali (SERP) restano attivi, sempre più persone cercano risposte immediate dai motori conversazionali. Non link, ma risposte. Non elenchi, ma soluzioni. Un cambio di paradigma che riguarda tutti i brand, dai più piccoli ai giganti.

Perché SEO e Answer Engine Optimization non sono in competizione
SEO e Answer Engine Optimization non si escludono, anzi, lavorano insieme. Ottimizzare per la SEO e intelligenza artificiale significa presidiare Google. Ottimizzare per l’AEO significa farsi trovare anche su ChatGPT, Gemini, Alexa, Bard: tutti quei sistemi che, invece di rimandare a siti esterni, offrono direttamente risposte. E attenzione: molte delle risposte AI si basano proprio sui contenuti già posizionati sui motori tradizionali. Se i tuoi contenuti sono ben scritti, chiari, autorevoli, non solo compaiono su Google, ma vengono letti (e citati) anche dalle AI. Non è un caso se, cercando “come accendere una Lamborghini”, tra i primi risultati su Google compaiono reel e TikTok. Gli algoritmi si stanno fondendo: contenuti social e testuali diventano sorgenti di risposta.

Come funziona l’Answer Engine Optimization
L’AEO si basa su due principi fondamentali:
  1. creare contenuti che rispondano a domande concrete, guide, how-to, spiegazioni pratiche, approfondimenti tematici;
  2. strutturare il contenuto in modo leggibile dalle AI, heading chiari, parole chiave semanticamente correlate, paragrafi brevi, bullet point, risposte concise e complete.
Rispetto alla SEO, che lavora su keyword e link, l’Answer Engine Optimization lavora su intenti e contesto. L’obiettivo? Non è posizionarsi su una parola, ma essere riconosciuti come fonte attendibile per una domanda specifica.

Chi sta già usando l'AEO (e come)
  • Booking.com ha riscritto le sue FAQ in chiave conversazionale: molte delle risposte su Perplexity oggi citano direttamente quei testi;
  • Nike ha creato una guida interattiva in cui abbina scarpe e allenamenti, con consigli basati su obiettivi: questo contenuto è citato spesso da Gemini e Google SGE nei risultati contestuali;
  • Zalando ha lanciato un glossario di moda con immagini, definizioni e consigli d’uso: uno strumento che viene regolarmente letto dai motori AI come fonte affidabile.
Come iniziare a ottimizzare: i nostri consigli per te
Ecco alcuni spunti pratici:
  • pensa in termini di FAQ, guide e how-to: l’AI cerca risposte a domande chiare e frequenti;
  • scrivi in modo conversazionale: non robotico, ma umano e accessibile;
  • struttura i tuoi articoli con titoli coerenti, elenchi puntati, riquadri evidenziati, paragrafi brevi: li rendi più “digeribili” per le AI;
  • ottimizza anche i contenuti social: reel, caption, bio. Non solo vengono letti dalle AI, ma possono apparire su Google. Prova a cercare “trucco occhi primavera TikTok” e vedrai.
Vuoi creare un contenuto AEO-friendly in pochi passaggi? Comincia così:
  • scrivi 5 domande frequenti che i tuoi clienti ti fanno;
  • rispondi con chiarezza, in massimo 100 parole ciascuna;
  • aggiungi un paragrafo introduttivo e uno conclusivo;
  • formatta con heading, grassetti, elenchi;
  • ora hai un contenuto utile per Google e per le AI.
Answer Engine Optimization: il contenuto che funziona è quello che risponde
AEO non sostituisce la SEO: la completa. Una strategia efficace oggi non può scegliere. Serve essere visibili su Google e essere scelti da ChatGPT. Serve posizionarsi tra i risultati e entrare nelle conversazioni generate dalle intelligenze artificiali. Perché chi ti cita come fonte autorevole oggi, potrebbe non essere più un blog, ma un algoritmo. 

Ora che hai capito come funziona l’AEO e perché è già il presente, da dove si parte davvero? Abbiamo riassunto tutto in una mini guida pratica e visiva.
Sfoglia il nostro carosello su Instagram: [LINK POST INSTAGRAM] e scopri i 4 step per rendere i tuoi contenuti irresistibili, anche per ChatGPT.
Perché non basta farsi leggere da Google.
Oggi, devi farti capire da chi genera le risposte.

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